Le Costituzioni strutturali:
il tessuto connettivo riflesso nell’iride
In questo articolo ci occuperemo delle 2 Costituzioni Strutturali in Iridologia. Più in particolare tratteremo quelle diposizioni genetiche che derivano dal foglietto embrionale mesodermico e che si riflettono sull’iride con una importante destrutturazione dello stroma. Esse sono:
– Connettivale debole
– Ghiandolare debole
Le persone che presentano questi schemi iridologici avranno una predisposizione morbosa a carico del tessuto connettivo.
Sommario dei contenuti
Generalità del tessuto connettivo
Il tessuto connettivo, è rappresentato da un gruppo di tessuti fisiologici di varia natura, che hanno il compito di mantenere la forma del corpo, assicurare la posizione dei suoi organi e fornire coesione e supporto interno. I tessuti connettivi includono diversi tipi di tessuto fibroso che variano solo nella loro densità e cellularità, così come le varianti più specializzate e riconoscibili: ossa, legamenti, tendini, cartilagine e tessuto adiposo (grasso). (Fonte enciclopedia Britannica). Le Costituzioni Strutturali ci stanno indicando che il tessuto connettivo è debole ed ha bisogno di essere rinforzato.
Localizzazione del tessuto connettivo
Quando trattiamo le costituzioni strutturali iridologiche o nel nostro caso più precisamente le disposizioni strutturali, ci stiamo riferendo a tutto l’organismo in modo sistemico e diffuso. Ciò significa che l’informazione che ci deriva dalle segnature dell’iride riguarda una morbosità che coinvolge tutto il corpo. Nel caso del tessuto connettivo esso è collocato come segue:
– Nella cavità addominale, la maggior parte degli organi sono sospesi dalla parete addominale attraverso una fascia membranosa nota come mesentere, il quale a sua volta è costituito dal tessuto connettivo.
– Altri organi sono incorporati nel tessuto adiposo, una forma di tessuto connettivo in cui le cellule sono specializzate per la sintesi e lo stoccaggio di riserve energetiche di grasso o lipidi.
– L’intero corpo è sostenuto internamente dallo scheletro. Esso è composto da poco più di 200 ossa, ovvero un tipo di tessuto connettivo dotato di grande resistenza allo stress meccanico, grazie soparttutto alla sua struttura laminata ed altamente ordinata. La sua durezza risulta dalla deposizione di sali minerali nelle sue fibre del connettivo osseo sostanzialmente di matrice amorfa.
– L’insieme delle ossa è collegato tramite le articolazioni, di cui se ne contano quasi 70. Le singole ossa dello scheletro sono quindi tenute saldamente insieme da legamenti, muscoli e tendini. Il tessuto connettivo denso che costituisce i gruppi articolari è costituito da molti fasci di fibre sono associati in serie parallele per fornire una grande resistenza alla trazione.
– Nelle articolazioni le superfici delle ossa sono interposte di cartilagine, un tessuto connettivo con un’abbondante sostanza intercellulare che gli conferisce una consistenza solida ben adatta a consentire movimenti fluidi di scorrimento tra le superfici contrapposte. La membrana sinoviale, che riveste i margini della cavità articolare e lubrifica e nutre le superfici articolari, è anch’essa una forma di tessuto connettivo.
– I vasi sanguigni, grandi e piccoli, attraversano il tessuto connettivo, che è quindi strettamente associato al nutrimento dei tessuti e degli organi di tutto il corpo. Tutti i materiali nutritivi e i prodotti di scarto scambiati tra gli organi e il sangue devono attraversare gli spazi perivascolari occupati dal tessuto connettivo. Una delle funzioni importanti delle cellule del tessuto connettivo è quella di mantenere negli spazi extracellulari le condizioni adatte per questo scambio.
Componenti del tessuto connettivo
Dal punto di vista embriologico, il tessuto connettivo deriva dal mesenchima, che origina dal distacco di cellule dei foglietti embrionali, in particolare da quello mediano, ovvero il mesoderma.
Le fibre connettivali sono immerse nella sostanza amorfa e conferiscono stabilità strutturale alla matrice. Si distinguono tre tipi fondamentali di fibre:
– fibre collagene
– fibre reticolari
– fibre elastiche
La fibra di collagene è caratterizzata dall’essere di forma allungata e composta da glicoproteine del collagene. È tipicamente disposta in fasci ramificati di varia lunghezza. È una fibra insolubile molto resistente. E’ presente nella pelle, nei tendini, nei legamenti, nelle ossa e nella cartilagine.
La fibra reticolare è anch’essa un tipo di fibra che appartiene al tessuto connettivo ed è costituita da collagene di tipo III, secreto dalle cellule reticolari. Una cellula reticolare è un tipo speciale di fibroblasto. La fibra reticolare è caratterizzata da un’intricata rete interstiziale con altre fibre simili che funge da rete di supporto nei tessuti molli come il fegato ed il tessuto linfoide.
La fibra elastica si presenta di colore giallastro, diversamente dalla fibra di collagene che invece è biancastra. La fibra elastica è relativamente spessa, con un diametro compreso tra circa 0,2 e 2 μm. In alcuni legamenti, però, la fibra elastica potrebbe avere un diametro anche maggiore. Essa è costituita principalmente da elastina. L’elastina è una glicoproteina composta principalmente da residui di glicina e prolina. Un altro componente della fibra di elastina è la fibrillina fibrosa. La fibrillina fornisce un’impalcatura per la deposizione di elastina.
Sono stati classificati vari tipi di tessuto connettivo, in base alle caratteristiche della matrice extracellulare e delle cellule presenti nel tessuto stesso. In particolare abbiamo:
– Tessuti connettivi propriamente detti:
Tessuto connettivo lasso (areolare e reticolare)
Tessuto connettivo denso (regolare, irregolare, elastico)
– Tessuti connettivi specializzati:
Tessuto adiposo (bianco, bruno)
Tessuto cartilagineo (c. ialina, c. elastica, c. fibrosa)
Tessuto osseo
Tessuto connettivo liquido(sangue, linfa
Lo stroma dell’iride è di origine mesodermica e riflette la composizione e la struttura del tessuto connettivo. Pertanto la sua analisi, attraverso strumenti per iridologia professionali, diventa fonte di informazione preziosa per la salute. Per questo motivo sono state individuate 2 costituzioni strutturali.
Introduzione alle Costituzioni Strutturali
Osservando le iridi di taluni soggetti si può rilevare a carico dello stroma una importante destrutturazione di origine genetica. La presenza di una destrutturazione dello stroma irideo riflette un tessuto connettivo altrettanto destrutturato. Questa è l’informazione principale che può essere estratta dalle costituzioni strutturali. In questi casi è la matrice extracellulare ad essere il bersaglio di eventuali rischi per la salute. Questo può accadere indifferentemente dalla costituzione di base dell’iride che come sappiamo può essere Iride Linfatica, Iride Ematogena o Iride Mista.
Nelle costituzioni strutturali, o meglio disposizioni, vi sarà una dominanza di predisposizioni specifiche verso certi tipi di processo patologico i quali non sono ricompresi nelle Costituzioni di Base. Le problematiche connettivali si sommeranno alle problematiche della costituzione di base. Le predisposizioni morbose di queste costituzioni strutturali, sono così importanti a livello prognostico, che hanno indotto Josef Deck a considerare altre due tipologie costituzionali. Pertanto le costituzioni strutturali sono potenzialmente osservabili in sovrapposizione di qualunque delle tre colorazioni di base:
– La Connettivale debole che si presenta con numerose lacune e diradamenti della trama non imputabili a disturbi fisici.
– La Ghiandolare debole nella quale osserviamo numerose lacune addossate al Collaretto, come una corolla di petali che formano un fiore (iride a Margherita)
CONNETTIVALE DEBOLE
Osservazione iridologica: Entrando più specificatamente nel merito delle costituzioni strutturali, il tessuto costitutivo dell’iride nella Connettivale debole presenta una perdita di tono e di elasticità tale da lasciar pensare ad una debolezza delle strutture portanti del corpo e del tessuto connettivo dell’intero organismo. E’ presente una rarefazione talmente diffusa dello stroma, da mettere in imbarazzo l’iridologo sulla scelta delle aree a rischio. Permane una debolezza mesenchimale ereditaria dalla quale risulteranno le patologie di un tessuto connettivo geneticamente defedato.
Fattori di rischio e predisposizioni: Fra le due costituzioni strutturali, i disturbi potenziali della Connettivale debole riguarderanno soprattutto il tessuto connettivo e di sostegno. Le probabili morbosità sono: ptosi e prolassi in genere (valvola mitrale) e nell’addome in modo particolare (rene, utero). La debolezza del connettivo si può manifestare con varicosi ed emorroidi, anomalie spinali, scoliosi e facili sublussazioni, predisposizione alle fratture, ernie discali ed inguinali, strappi e dislocazioni vertebrali sotto sforzo.
In queste costituzioni strutturali il recupero risulterà lento: maggiore è la rarefazione maggiore sarà il tempo necessario a ristabilire la salute. La struttura della disposizione Connettivale debole fa sospettare una bassa resistenza agli stimoli di tipo meccanico, ovvero a parità di impatto ambientale questa tipologia sarà più soggetta a cedimenti e comunque vada avrà una maggiore difficoltà a rientrare nel suo equilibrio (bassa resilienza). Anche le cure saranno a lungo termine.
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GHIANDOLARE DEBOLE
Osservazione iridologica: Fra le costituzioni strutturali questa è anche detta Plurighiandolare o Iride a Margherita. Essa si presenta all’osservazione con una serie di mega-lacune disposte in modo circolare come petali di una margherita, a partire dal Collaretto, il quale risulta quasi sempre dilatato (costipazione atonica e ptosi viscerale).
L’appellativo di Plurighiandolare non indica necessariamente un problema ghiandolare attivo. Stiamo ancora indagando predisposizioni genetiche e non le fenotipiche manifestazioni delle diatesi metaboliche o immunitarie. Questi soggetti, come altri attraverso uno stile di vita corretto potranno godere di una vita sana e piena di esperienze così come le altre costituzioni.
Fattori di rischio e predisposizioni
Fra le due costituzioni strutturali, i disturbi potenziali della disposizione Ghiandolare debole sono: Insufficienza ghiandolare con particolare attenzione al pancreas, ma anche ipofisi, tiroide e gonadi. Facilità a disturbi ormonali. Tendenza alla ritenzione idrica con asciti addominali (Deck), debolezza cardiaca e renale col passare degli anni.
In questa tipologia di Costituzioni Strutturali avremo maggiormente l’inclinazione verso una debolezza endocrina ed esocrina ghiandolare e pluriglandolare tra cui diabete e squilibri glicemici, problemi alle surrenali, alla ghiandola pituitaria, alla tiroide, ai testicoli od alle ovaie.
Costituzione iridologica ed ipertensione
Come più volte ribadito nei nostri articoli, l’indagine iridologica non è una diagnosi clinica.
L’iridologia non viene utilizzata isolatamente per giungere a una diagnosi, ma è piuttosto uno dei numerosi strumenti diagnostici impiegati dai naturopati di tutto il mondo come rappresentazione affidabile della salute e del benessere di una persona. Quindi l’iridologia si rivela uno strumento essenziale di prevenzione. Rimanendo nell’ambito delle Costituzioni strutturali che rappresentano nell’iride il tessuto connettivo, riportiamo una ricerca dal titolo:
Relazione tra l’analisi della costituzione dell’iride e il polimorfismo del gene TNF-alfa negli ipertesi.
Abstract
L’iridologia è una medicina complementare e alternativa che prevede la diagnosi di condizioni mediche rilevando irregolarità della pigmentazione nell’iride. La costituzione dell’iride ha una forte componente ereditaria. Il fattore di necrosi tumorale alfa (TNFalfa), una citochina pleiotropica, è stato implicato in molti processi patologici, tra cui l’ipertensione.
In questo articolo, viene studiata la relazione tra la costituzione dell’iride e il polimorfismo del gene TNFalfa nei soggetti con ipertensione. Ottantasette individui ipertesi e 79 controlli sono stati classificati in base alla costituzione dell’iride e al genotipo TNFalfa di ciascun individuo determinato. Rispetto ai controlli, la frequenza dell’eterozigote TNFalfa GA era inferiore nel gruppo iperteso, sebbene la significatività statistica fosse marginale (p = 0,08).
Questo risultato implica un’associazione con la resistenza alla malattia. Inoltre, la frequenza del tipo di debolezza del tessuto connettivo cardio-renale era significativamente più alta nel gruppo iperteso con genotipo TNFalpha GG, rispetto ai controlli (p = 0,001). È dimostrata un’associazione tra polimorfismo del gene TNFalpha, coreani con ipertensione e costituzione dell’iride.
Altri studi hanno correlato la costituzione iridologica all’ipertensione, come ad esempio nella ricerca dal titolo: Nuovo approccio alla comprensione genetica molecolare dell’iridologia: relazione tra la costituzione dell’iride e il polimorfismo del gene dell’enzima di conversione dell’angiotensina.
Abstract
L’iridologia è lo studio dell’iride dell’occhio per rilevare le condizioni del corpo e dei suoi organi, i punti di forza e di debolezza genetici, ecc. Sebbene l’iridologia non sia ampiamente utilizzata come strumento scientifico per i professionisti sanitari per arrivare alla fonte delle condizioni di salute delle persone, è stata utilizzata come fonte supplementare per aiutare la diagnosi di condizioni mediche notando irregolarità della pigmentazione nell’iride tra alcuni medici orientali coreani.
Il polimorfismo del gene dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) è uno dei marcatori genetici più studiati delle malattie vascolari. Abbiamo studiato la relazione tra costituzione iridologica e polimorfismo ACE negli ipertesi. Abbiamo classificato 87 ipertesi e 79 controlli in base alla costituzione dell’iride e determinato il genotipo ACE di ciascun individuo. Il genotipo DD era più prevalente nei pazienti con una costituzione neurogena rispetto ai controlli. Questa scoperta supporta l’ipotesi che l’allele D sia un gene candidato per l’ipertensione e dimostra l’associazione tra genotipo ACE, ipertesi coreani e costituzione dell’iride.
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